MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

Giuseppe Terragni

Meda, 18 Aprile 1904 - Como, 19 Luglio 1943

1904

Giuseppe Ercole Enea Terragni nasce a Meda, in provincia di Milano, il 18 aprile, da Michele Terragni, costruttore edile, e da Emilia Giamminola, che secondo quanto riferito del fratello Attilio incoraggiò la naturale disposizione del figlio nel disegno e la composizione. Giuseppe aveva tre fratelli maggiori di lui, Attilio, ingegnere e futuro podestà di Como, Alberto, ragioniere e Silvio scomparso prematuramente nel 1926.

1909

La famiglia si trasferisce a Como in una palazzina di via Indipendenza, presso i parenti materni, dove Terragni segue le scuole elementari.

1917

É allievo dell’Istituto Tecnico Caio Plinio di Como, sezione fisico-matematica, in attesa che venga istituito il liceo scientifico, di cui riuscirà a frequentare l’ultimo anno e dove conoscerà Luigi Zuccoli che diverrà suo amico e stretto collaboratore.

1921

Dopo essersi diplomato, nell’autunno si iscrive alla Scuola Superiore di Architettura presso il Politecnico di Milano (fra i suoi docenti Gaetano Moretti, Piero Portaluppi e Giuseppe Pizzigoni). Tra il 1921 e il 1925 pubblica sulla rivista lariana La Zanzara di cui è cofondatore, una galleria di caricature di personaggi appartenenti alla vita cittadina.

1924

Con un gruppo di amici chiamato “della percallina” (dal tessuto della mantellina per ripararsi dalla pioggia), si ritrova al bar Rebecchi, detto “Polloni”, in seguito luogo di ritrovo e discussione del Gruppo Como. E’ con loro che nel marzo 1924 conosce Marinetti, in occasione della venuta a Como per commemorare Antonio Sant’Elia nella sala della Federazione dei fasci

1925

Frequenta i corsi universitari approfondendo con sensibilità i temi dell’architettura del passato; visita Roma e Firenze, riempiendo un taccuino di schizzi su reperti archeologici e tipologie costruttive; all’università si esercita nella riproduzione di gruppi plastici michelangioleschi, traendo spunto dalla frequentazione dei musei fiorentini. Sviluppa il suo interesse verso la pittura e la capacità di plasmare volumi. È di quest’anno il primo progetto documentato: l’eclettica Villa Saibene a Como. Conosce Pietro Lingeri, da cui nasceranno un’amicizia e una collaborazione professionale che dureranno tutta la vita.

1926

Nell’autunno del 1926 Terragni si laurea in “Architettura, decorazione e prospettiva”. Partecipa con Lingeri al concorso di primo e secondo grado per il Monumento ai Caduti di Como situato a fianco del Broletto in piazza Duomo, che verrà vinto da Asnago e Vender.

1926-1927

Escono sulla rivista “Rassegna italiana” i quattro articoli del Gruppo 7 (Ubaldo Castagnoli poi sostituito da Adalberto Libera, Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Gino Pollini e Carlo Emilio Rava) salutati come il manifesto del razionalismo: Architettura, dicembre 1926, Gli stranieri, febbraio 1927, Impreparazione, incomprensione, pregiudizi, marzo 1927, Una nuova epoca arcaica, maggio 1927. L’apporto concettuale è collettivo, la stesura di Rava e Terragni. Alberto Sartoris, all’epoca all’inizio della sua attività di pubblicista, conosce Terragni e gli amici del Gruppo 7 a casa di Rava e da allora difenderà con vigore polemico l’opera di Terragni in ogni circostanza, ponendo al servizio della sua causa le proprie conoscenze internazionali e una visione degli avvenimenti non viziata da rivalità professionali.
Per conoscere lo stato dell’architettura europea Terragni compie due viaggi in Germania (1927 e 1931), dove nel 1927 a Stoccarda era stato costruito il quartiere Weissenhof in occasione dell’esposizione organizzata da Mies Van Der Rohe per il Deutscher Werkbund, una sorta di “vetrina” internazionale per mostrare le innovazioni architettoniche e sociali proposte dai più importanti architetti europei del Movimento Moderno (Le Corbusier, Peter Berhens, Walter Gropius, J.J.P. Oud, Mart Stam, Bruno Taut).
Insieme al fratello ingegnere, Attilio, Giuseppe apre il proprio studio al piano terra della casa paterna.
L’esordio in campo professionale avviene con la ristrutturazione dei primi due piani della facciata dell’Albergo Metropol-Suisse a Como. Mentre si sta occupando di questo lavoro, Terragni viene avvicinato da Luigi Zuccoli, perito edile in cerca di lavoro e lo assume come assistente: da quel momento Zuccoli sarà la sua ombra, il fedele esecutore e l’amico devoto cui lascerà nel testamento una somma di denaro per poter concludere gli studi universitari.
Partecipa alla III Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza, dove espone il progetto per l’Officina del gas e per una Fonderia di tubi.
Intensifica i rapporti con Milano frequentando la Galleria del Milione, ideata per Gino Ghiringhelli da Persico e arredata da Pietro Lingeri, che favorirà l’incontro di artisti e architetti e diverrà luogo di promozione dell’arte astratta e dell’architettura razionalista.

1927-1929

A Como realizza l’edificio ad appartamenti Novocomum, la prima architettura razionalista italiana che gli varrà accuse di plagio e che provocherà uno scandalo in città a causa della non corrispondenza tra il progetto presentato in Comune e l’edificio realizzato. Nella polemica interviene la critica più qualificata e Giuseppe Pagano dalle pagine de La Casa bella (poi Casabella) promuove entusiasticamente l’opera. L’amministrazione comunale nomina una commissione per giudicare la liceità dell’edificio di cui faranno parte Piero Portaluppi e Giovanni Greppi. Terragni organizza una contro delegazione in suo favore coinvolgendo letterati, artisti e architetti.

1929

Terragni, che ammira la pittura di Mario Sironi e la scultura novecentista, espone una propria opera alla Mostra Nazionale del Novecento Italiano a Milano e con il “Gruppo ‘900” partecipa negli anni giovanili a diverse mostre, alternando la sua attività di architetto a quella di pittore.

1928-1932

Aderisce al MIAR, Movimento Italiano Architettura Razionale, e partecipa alla prima e seconda Mostra di Architettura Razionale a Roma nel 1928 e 1931 presso la Galleria Bardi, definendo il termine “razionale”(da lui coniato come risulta da una lettera inviata a Zuccoli) anche nelle sue limitazioni, in risposta agli attacchi alla nuova architettura da parte di Marcello Piacentini, il più autorevole architetto del regime.
Si consolida l’amicizia con Pier Maria Bardi e si sfalda il MIAR, tra accuse reciproche, seguite all’esposizione della Tavola degli orrori presentata da Terragni alla seconda Mostra di Architettura Razionale, e polemiche ideologico-programmatiche che celano anche lo scontro tra le nuove leve dell’architettura e lo strapotere degli accademici come Piacentini, Calza-Bini, ecc..
L’amicizia con Bardi gli procura l’incarico dell’allestimento della Mostra del decennale della marcia su Roma, che il Duce voleva “modernissima e audace”, e crea la potente allegoria propagandistica della Sala O.
Si afferma professionalmente con una serie di opere per privati e con l’allestimento di uno stand alla IV Triennale di Monza delle arti decorative e industriali (1930).
Realizza il Monumento ai Caduti a Erba Incino (Como).
Viene nominato fiduciario del Sindacato Fascista Architetti e incaricato già dal 1928 di progettare la sede della Casa del fascio di Como.

1929-1930

Realizza a Cernobbio la cappella funeraria Ortelli; a Monza l’Ingresso, atrio e sala dei modelli nella Sartoria Moderna alla IV Triennale; a Como le edicole funerarie Stecchini e Pirovano, il Negozio Vitrum, il Salone Mantovani parrucchiere per signora e l’Albergo Posta (1929-1935), quest’ultimo in una versione molto riduttiva rispetto alle intenzioni di Terragni, che aveva proposto ben sei varianti di progetto tutte respinte dalla commissione comunale.

1931-1933

L’amministrazione comunale abbandona l’ipotesi di costruire il Monumento ai caduti a fianco del Duomo e individua un’area alternativa affacciata sul lago. Terragni cerca di ottenere l’incarico con un nuovo progetto molto lineare, ma Marinetti, arrivato a Como nel 1930 per commemorare Antonio Sant’Elia, preme perché invece si scelga Prampolini e perché il monumento venga sviluppato a partire da un disegno di Sant’Elia. Prampolini preso da troppi impegni ben presto lascia l’incarico e al suo posto subentrano Attilio Terragni e il fratello Giuseppe che porteranno a termine il Monumento nel 1933.

1932

Si occupa di alcuni progetti per edifici che non verranno realizzati: una cattedrale in cemento armato, una Villa al mare o sul lago con darsena, Villa Lempika, un asilo infantile per 200 bambini; partecipa al concorso per il mercato coperto di Como.

1932-1936

Porta a termine la Casa del fascio di Como. Anche per questo edificio viene accusato di plagio ed esterofilia, ma questa volta Terragni non avrà il sostegno di Pagano, che invece criticherà la Casa del fascio, così come farà Edoardo Persico e in misura minore Massimo Bontempelli. Alberto Sartoris sarà invece al fianco di Terragni e lo difenderà energicamente.

1933

Partecipa al IV Congresso CIAM sulla nave Patris III in navigazione da Marsiglia ad Atene, presentando i suoi studi per il piano regolatore di Como e una relazione sulla situazione urbanistica della città. Nella Galleria del Milione si spende nelle non facili trattative tra architetti e pittori per la fondazione della rivista “Quadrante”, che sarà diretta da Pier Maria Bardi e Massimo Bontempelli e che nel 1936 dedicherà il numero monografico 35-36 alla Casa del fascio di Como.
Con M. Cereghini, A. Dell’Acqua, G. Giussani, Gianni Mantero, O. Ortelli, C. Ponci, e i pittori M. Nizzoli e Mario Radice, presenta la Casa sul lago per l’artista, realizzata al Parco Sempione di Milano nell’ambito della Mostra dell’abitazione organizzata in occasione della V Triennale e poi demolita.

1934-1935

Vince il concorso per il piano regolatore di Como e sua esecuzione a stralci, a cui aveva partecipato insieme a Piero Bottoni, Cesare Cattaneo ancora studente d’architettura, Luigi Dodi, Gabriele Giussani, Pietro Lingeri, Mario Pucci e Renato Uslenghi con il progetto “Como-Milano 8”, che rappresenta l’applicazione dei principi formulati dai CIAM. Realizza il Monumento a Roberto Sarfatti, figlio di Margherita Sarfatti, a col d’Echele sull’Altopiano di Asiago.

1933-1936

Si consolida la collaborazione con Pietro Lingeri. Terragni apre con lui uno studio a Milano dove realizza cinque case per appartamenti: Casa Ghiringhelli, Casa Toninello, Casa Rustici, Casa Lavezzari e Casa Rustici-Comolli. Sempre con Lingeri partecipa al concorso per la biblioteca cantonale a Lugano. Il 1936 rappresenta il momento di massimo sviluppo del suo lavoro e l’anno di opere poeticamente convincenti quali Villa Bianca a Seveso, l’Asilo Sant’Elia e la Casa del Fascio a Como.

1934-1938

Si apre la stagione dei grandi concorsi romani. Terragni nel 1934 partecipa al concorso di primo grado per la sede del Partito nazionale fascista, o Palazzo del littorio con Carminati, Lingeri, Saliva, Vietti, e ai pittori Sironi e Nizzoli: il gruppo diretto da Vietti produrrà il progetto A e il gruppo diretto da Terragni il progetto B; nel 1937 viene invitato con i suoi collaboratori a partecipare al secondo grado del concorso, vinto dal gruppo del Debbio, Foschini e Morpurgo che realizzerà l’edificio ora sede del Ministero degli Esteri tra il 1937 e il 1959.
Nel 1937, con Cesare Cattaneo e Pietro Lingeri, partecipa al primo e secondo grado per il Palazzo dei Ricevimenti e Congressi all’E42, vinto poi da Adalberto Libera che realizzerà l’edificio tra il 1939 e il 1954.

1935-1937

Con Pietro Lingeri, Luigi Figini, Gino Pollini, Luciano Mariani redige il progetto per l’Accademia di Brera a Milano nelle sue diverse varianti (1935, 1938, 1940). Realizza la Casa ad appartamenti Pedraglio a Como, la Villa per Amedeo Bianchi detta del floricoltore a Rebbio (Como) e con Lingeri la Sala della motonautica e sala del canottaggio alla Mostra dello sport a Milano.

1937-1940

Si occupa del progetto di ricostruzione del quartiere Cortesella e dell’inserimento del progetto di conservazione della Casa Vietti e altri complementi del piano regolatore di Como; realizza la Casa del Fascio di Lissone; con Alberto Sartoris progetta il Quartiere satellite a Rebbio (Como) e realizza due case popolari in via Anzani a Como. Aderisce al Gruppo primordiali futuristi Sant’Elia guidato da Franco Ciliberti e avallato da Marinetti, che darà vita alla rivista Valori Primordiali, il cui primo e unico numero uscirà nel 1938. Nello stesso anno viene incaricato con Lingeri del progetto del Danteum, monumento dedicato a Dante da realizzarsi a Roma per il ventennale del regime fascista. Sono di questi anni diversi progetti di opere non realizzate: gli stabilimenti cinematografici a Roma, una villa a Portofino, la Casa del fascio del gruppo rionale Portuense-Monteverde a Roma, il Centro studi e ricerche dell’unione vetraria italiana all’E42, il padiglione della Mostra ferrotranviaria all’E42.

1939

Il 5 settembre Terragni, richiamato alle armi con il grado di tenente, viene assegnato al III reggimento d’artiglieria di corpo d’armata di stanza a Cremona e parte lasciando incompleti progetti e cantieri già avviati.

1940

Trascorre un periodo di addestramento tra Cremona e Caprino Veronese, rimanendo in contatto con Zuccoli cui invia schizzi e ordini esecutivi per il proseguimento dei cantieri, oltre agli ultimi disegni di studio per una cattedrale e uno stadio parzialmente coperto. Invia all’Ambrosiano lo scritto “Discorso ai comaschi” in difesa dei criteri di riordino e miglioramento urbanistico, ma anche a salvaguardia dei cimeli storici con cui era impostato il piano regolatore di Como.

1941-1942

Viene inviato in Jugoslavia e da lì scrive gli ultimi articoli in difesa di Giuseppe Pagano e Agnoldomenico Pica e contro Ugo Ojetti. In luglio parte per il fronte russo dove resterà diciassette mesi: scrive, ha modo di leggere il libro di Cesare Cattaneo “Giovanni e Giuseppe”, scatta fotografie, disegna i paesaggi e le figure del mondo rurale che incontra e che verranno esposte nella mostra commemorativa al Broletto. Nel 1942 viene promosso capitano.

1943

Una volta spezzato il fronte italo-tedesco da parte della controffensiva nemica, inizia la rovinosa del nostro esercito. La resistenza fisica, psicologica e mentale di Terragni vacilla e viene ricoverato per un gravissimo esaurimento nell’ospedale da campo di Rikowo, poi in quello di Stalino e infine a Woroscilowgrad. Il 20 gennaio viene rimpatriato e ricoverato all’Ospedale militare di Cesenatico dove il fratello Attilio accorre per riprenderlo. Dopo molte cure neurologiche a Pavia, torna a casa senza mai riprendersi davvero. Muore a Como per un’emorragia cerebrale sulle scale dell’abitazione della sua fidanzata Maria Casartelli il 19 luglio, giorno del bombardamento di S. Lorenzo a Roma da parte degli statunitensi, che segnerà dopo pochi giorni la caduta e l’arresto di Mussolini.


BIBLIOGRAFIA

BIOGRAFIA redatta sulla base di:

  • COPPA, Alessandra, TERRAGNI, Attilio per l’Archivio Terragni; fotografie di ROSSELLI Paolo, Giuseppe Terragni, Pero: 24 ore cultura, 2013- come opera principale
  • CAVADINI, Luigi, Il Razionalismo lariano: Como 1926-1944, Milano: Electa, 1989
  • CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
  • FOSSO, Mario, MANTERO, Enrico (a cura di), Giuseppe Terragni 1904-1943: Expositie-Zaal de Doelen, Rotterdam, 7 maggio-7 giugno 1982, Comune di Como, Como, Tip. Editrice Cesare Nani, 1982 – Catalogo della Mostra organizzata dal Comune di Como e tenuta a Rotterdam (itinerante) nel 1982, Testi introduttivi anche in olandese – In testa al front.: Comune di Como
  • LONGATTI Alberto, Giuseppe Terragni, la vita, in CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
  • ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980

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