via Mentana 25-29, Como, 1934-1950
La Casa a ville sovrapposte (così chiamata per sottolineare l'indipendenza degli appartamenti sovrapposti), commissionata a Lingeri dalle famiglie Cattaneo e Alchieri, venne elaborata e realizzata tra il 1934 e il 1936 (Baglione, Susani, 218). In questo caso, la ricerca di Lingeri è volta maggiormente a risolvere il rapporto edificio - città, risolto arretrando il fronte verso strada rispetto alla via di scorrimento, piuttosto che alla sperimentazione tipologica degli alloggi, peraltro risolti con buone soluzioni distributive (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l'opera, 100-101).
Cavadini così descrive l'edificio: "Una lunga balconata, che 'chiude' la struttura in un perfetto parallelepipedo, fascia la facciata principale e metà dei fronti laterali. Il corpo della costruzione è parzialmente arretrato, per evitare una eccessiva insolazione, derivante dall'orientamento sud-ovest. Le dimensioni dell'edificio sono accentuate dai parapetti (parte in cemento, parte in metallo) dei balconi e dai pilastrini in metallo che collegano i piani delle terrazze per tutta l'altezza, trovando corrispondenza negli spigoli dei vani più avanzati. L'impostazione planimetrica è perfettamente simmetrica, con appartamenti identici affacciati sui pianerottoli di accesso. L'uso del vetrocemento per le superfici vetrate della scala e dei profilati metallici per i parapetti è caratteristico del razionalismo; appare invece come novità, dovuta alla ridotta altezza dell'atrio di ingresso, il rivestimento in vetro nero del soffitto, adottato al fine di estendere otticamente lo spazio" (Cavadini, 80-81; Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l'opera, 101; Baglione, Susani, 218).
L'impianto planimetrico si compone di due blocchi simmetrici suddivisi dal vano scala che distribuisce due alloggi per ognuno dei cinque piani. Negli anni cinquanta lo stesso Lingeri sostituì la terrazza di copertura e il relativo portico con ulteriori vani abitativi mansardati, modifiche che hanno in parte deteriorato l'immagine dell'edificio (Cavadini, 81; Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l'opera, 101).
Nella prima fase dei lavori di sopraelevazione, Lingeri aveva previsto di sottolineare con diverse tonalità di intonaco le modifiche rispetto al progetto originario, ma successivamente ritenne di uniformare i due interventi con il medesimo colore. Con l'occasione si cercò di ripristinare le tonalità originarie delle superfici delle facciate, degli elementi metallici dei balconi e dei serramenti (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l'opera, 105).
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