via G. Pepe 32 angolo con via Cola da Montano, 1, Milano, 1934-1935
Il progetto per la Casa ad appartamenti Rustici - Comolli è un progetto pressoché sconosciuto del gruppo Terragni - Lingeri e l' ultimo del periodo di sperimentazione milanese; l'edificio è stato realizzato sempre per il committente di Casa Rustici, con l'intento di essere una casa meno lussuosa della precedente (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 467) su un lotto di proprietà, liberato dalla demolizione di un precedente fabbricato. Due sono le soluzione che vengono presentate: la prima, di entrambi gli architetti appare brillante e articolata rispetto alla seconda versione del solo di Lingeri.
Il volume dell'edificio a "L", inserito in un lotto di lati di differente misura (da una parte affaccia sulla stretta via Cola da Montano e dall'altra sull'arteria prospiciente lo scalo, via Pepe), viene spezzato in due volumi, secondo la metodologia applicata anche negli altri progetti milanesi precedenti: una parte regolamentare di 10 metri, più arretrata che affaccia su via Cola da Montano, e una parte, alta 27 metri che come una lastra si affaccia allo scalo ferroviario di Porta Garibaldi (Zevi, 96; Marcianò, 129).
Per Daniele Vitale, così come riportato nella pubblicazione di Ciucci, " 'tutto l'impianto è subordinato all'obiettivo di ottenere una cubatura elevata, sfruttando al limite le possibilità garantite dai terreno. Così il distacco tra i corpi verso via Pepe e verso via Cola da Montano non è reale ma apparente [...] il corpo di fabbrica continua dietro balconi-passerella, sottoposto a un insieme di avanzamenti e arretramenti la cui funzione prima è quella di accrescere a tratti la profondità di fabbrica e dunque la cubatura' (Vitale 1985). In questo senso il processo tipologico non è discosto dall'abituale metodo compositivo delle altre case, solo che, diversamente da quelle, in questa situazione l'accostamento delle due unità non produce tensione e neanche si rivolge alla costruzione di un angolo di cerniera, ma solo si risolve in una dichiarata giustapposizione" (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 468).
La costruzione delle passerelle in Casa Rustici di Corso Sempione viene ripresa sulla parte arretrata che in alcuni casi fungono da parapetti (Zevi, 96); qui vediamo scomparire i marmi, i serramenti di vaste dimensioni, gli alloggi signorili, la villa con l'attico in copertura proprio per la sua funzione di edificio ad alta densità (Marcianò, 129).
L'edificio, pensato come macchina ad alta densità abitativa, presenta al piano terra e al piano seminterrato uffici, magazzini, laboratori artigianali e negozi, mentre ai piani superiori sono dislocati sette appartamenti per piano, serviti da due impianti di risalita (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 468).
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