MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

COMPLESSO PER ABITAZIONI, UFFICI E NEGOZI PER 250 LOCALI “MELCHIORRE GIOIA”

Pietro Lingeri

Opera

La casa di via Melchiorre Gioia, del 1949-1952, è uno degli edifici che meglio rappresenta il modello di ricostruzione e modernizzazione di Milano, avvenuto per piani particolareggiati di parti della città. Il complesso, situato a confine tra la città storica e la zona di espansione e inizialmente ubicato a lato dell’Alzaia del Naviglio poi ricoperto, sostituisce il tipo dell’edificio a corte chiusa centrale del palazzo preesistente con un impianto a cortile aperto, che abolisce la cortina continua a filo strada, ritenuto troppo vincolante per un contesto nuovo e in rapida trasformazione.
“I primi studi planivolumetrici, elaborati a partire dal 1949 […] prevedevano la costruzione di un edificio a L in fregio in via Gioia con risvolto sulla laterale via De Cristoforis, dove si collocava l’ampia entrata al cortile, delimitato al margine opposto da due altri fabbricati più bassi e isolati […]. L’eliminazione di questi ultimi con il prolungamento e il consistente arretramento del fronte edilizio su via De Cristoforis portavano in seguito alla versione definitiva, caratterizzata dalla suddivisione della superficie scoperta in due cortili, ridotti a uno dopo la costruzione delle autorimesse lungo il limite nord del lotto […]. L’articolazione dello spazio aperto restante in due aree contigue di forma diversa è dovuta all’introduzione di un altro edificio cui spetta un ruolo particolare nel riassetto complessivo della zona: assieme al suo omologo, da costruire sul filo opposto di via De Cristoforis, avrebbe dovuto infatti ridefinire l’incrocio tra questa e la strada principale. Se però l’ideazione di questi due corpi simmetrici è ampiamente documentata nelle vedute prospettiche e nelle planimetrie di progetto, nei disegni non si trova traccia della presunta ipotesi, riportata da Bottoni […], di copertura del naviglio che rimane raffigurato a cielo aperto” (Baglione, Susani, 324-326).
La composizione dell’edificio si articola attraverso tre diversi volumi: un volume a due piani, pensato come variante della casa bassa milanese e una torre di dodici piani collegata all’edificio di sette piani con l’ultimo piano parzialmente terrazzato.
“Come già l’impianto generale, la distribuzione interna semplice e regolare ‘risente’ del carattere terziario di questa parte di città, traducendolo nella ricerca di una certa flessibilità d’uso degli spazi. L’assegnazione delle funzioni – negozi e abitazioni nella costruzione più bassa; uffici al piano terreno con residenze ai livelli superiori negli altri due immobili […] – va ritenuta infatti solo un dato indicativo poiché l’attento studio dei disimpegni verticali e orizzontali avrebbe dovuto consentire l’eventuale trasformazione delle residenze in uffici […]; purtroppo però la forte domanda di alloggi giustificava in quel momento un cambiamento di segno contrario che destinava i fabbricati più alti ‘interamente … ad abitazione anche nel piano terreno’ […]. Uno stesso linguaggio figurativo accomuna il volume più alto al retrostante corpo in linea la cui autonomia è rafforzata visivamente dalla ridotta profondità dell’elemento di raccordo tra i due volumi, composto dal vano scale di servizio alla torre e da una piccola terrazza arretrata. Alla continuità che caratterizza l’intero fronte esterno, movimentata solo dalle regolari sporgenze dei balconi, rispondono gli aggetti simmetrici della facciata posteriore che individuano il vano scala con ascensore e il blocco delle cucine […]” (Baglione, Susani, 326).
Bottoni, a proposito dell’edificio scriverà: “Secondo la tradizionale impostazione architettonica dell’autore, che si ripete anche nelle altre sue opere […], le singole parti dell’edificio sono sciolte e articolate secondo una funzionalità ed una composizione plastica lineari e chiare che ne fanno un ottimo esempio di architettura moderna” (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 63-64).

Scritto redatto sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera: atti della Giornata di studio: Triennale di Milano, lunedì 28 novembre 1994, Milano: Arti grafiche G.M.C., 2005

Disegni ed Elaborati

SOSTIENI MAARC

Sostieni i progetti di MADE in MAARC che promuovono, in Italia e all’estero, l’immagine di Como come una delle più importanti capitali dell’architettura moderna.
MADE in MAARC realizza le proprie iniziative grazie al lavoro volontario di soci e amici, e ai contributi e donazioni di chi ne condivide gli obiettivi.
Le donazioni sono essenziali per tutte le attività di promozione, anche a livello internazionale, del patrimonio d’arte astratta e architettura razionalista del territorio comasco MADE in MAARC ha bisogno del tuo aiuto, fai una donazione ora!
Prendi in considerazione anche l’opzione di contribuire mensilmente: aiuterai a sostenere il lavoro di MADE in MAARC per tutto l’anno.

Bonifico Bancario intestato a Associazione culturale MADE in MAARC
22100 Como – Viale Rosselli, 12
C.F.: 03463750137
Iban: IT03 K084 3010 9000 00000 262602
Cassa Rurale e Artigiana di Cantù
Filiale di Como, piazza Grimoldi, 8