Opera
Il progetto del Laboratorio e Negozio di pellicceria “Livio Levi” sito a Milano, in via Dogane 3, di poco successivo al progetto della Tomba di famiglia Levi al Cimitero Monumentale, venne progettato dall’architetto Lingeri, con la collaborazione di Luigi Zuccoli, tra il 1947 e il 1948.
La collaborazione tra architetto e committente si salda con questi due lavori e continuerà tempo con gli incarichi relativi al negozio di via Verri e a quello di Corso Vittorio Emanuele. Una collaborazione che forse è antecedente a questi progetti: “un appunto nel registro di contabilità degli anni trenta, ‘pelliccerie Levi – via Torino’, e la voce ‘appartamento sig. Levi’, in data 1932, nei conti ‘dare-avere’ tra Lingeri e il falegname Orsenigo, attestano, infatti, una relazione già esistente tra Lingeri e la famiglia Levi, e testimoniano una scelta non casuale da parte del committente, che si sarebbe affidato a un architetto di cui già conosceva l’operato” (Baglione, Susani, 312).
Il negozio, nuova sede della società Levi che commerciava pelli e le confezionava, si inseriva in un complesso per uffici di pianta pressoché triangolare; Lingeri e Zuccoli sfruttano al meglio questa configurazione “per distribuire in modo chiaro le funzioni: i magazzini di vendita, la zona degli uffici e la baricentrica sala mostra che occupa il vertice, smussato, del triangolo. La ricerca della massima funzionalità e flessibilità guida le scelte di un arredamento caratterizzato da ‘stringatezza e lucidità inflessibile’, ‘impeccabile nitore’ e ‘ordine implacabile’ (Bernasconi 1950b, p. 58). I materiali (marmo, lamiere di acciaio laccate e acciaio per i mobili) assicurano la conservazione delle pelli e, allo stesso tempo, un’impressione di preziosità e moderna efficienza. Arredi mobili su rotelle consentono di disporre dello spazio a seconda delle necessità: la lunga sala dei magazzini di vendita, servita da passerelle e carrelli, può essere suddivisa in scomparti separati, se la trattativa lo richiede; la sala mostra può essere isolata facendo girare su perni centrali pannelli rivestiti in acciaio e allestita con ‘mobili mostra spostabili’ (così definiti da Lingeri) che garantiscono la versatilità di un ambiente, i cui unici arredi fissi sono costituiti da quattro ‘mobili a colonna apribili’ su piantane (colori: giallo, verde e beige), nei quali la pelle di maggior pregio fa mostra di sé, e un grande lampadario circolare in acciaio inossidabile composto di tubi fluorescenti e sospeso al soffitto con tiranti verniciati” (Baglione, Susani, 312).
Scritto redatto interamente sulla base di:
BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004