MONUMENTO AI CADUTI DI ERBA INCINO

Largo Clerici, Erba, 1926-1932

Giuseppe Terragni


OPERA

Il Monumento ai Caduti di Erba, adiacente a Villa Clerici, poco distante dalla chiesa prepositurale e dal  municipio che ha sede a Villa Majnoni, consiste in una imponente scalinata che, come un percorso ascensionale verso un luogo sacro della memoria, collega, lungo un asse longitudinale ovest-est, la strada provinciale tangente al centro cittadino al sacrario e al teatro all'aperto Licinium, realizzato intorno al 1920, posti sulla sommità del colle.
Con questa opera Terragni, contrariamente alla prassi consolidata nella costruzione dei Parchi delle Rimembranze che si fondava sul binomio parco-cimitero, individua l'antica sequenza acropoli - santuario – teatro e la utilizza per costituire un percorso rituale - ascensionale che va a sfociare nel teatro in cima al colle della nuova acropoli civile, rinnovando l'integrazione funzionale tra luoghi della memoria e teatro e ponendosi come un nuovo centro civile, culturale e religioso del Triangolo lariano (Novati, Pezzola, Il mutevole permanere dell'antico,  68).
A proposito di questo progetto Luigi Zuccoli, amico e stretto collaboratore di Terragni, sottolineando la sua profonda religiosità, conferma che egli era più interessato a rappresentare il tema dell'ascensione che non a sperimentare soluzioni spaziali e formali, e Terragni stesso in una lettera del 26 maggio 1932 a Pier Maria Bardi così inquadra la sua opera: "Non è l'ultima parola del razionalismo, però è il primo monumento ai Caduti moderno realizzato in Italia."( Marcianò, 22-25; Ciucci, 307-309; Zevi, 42).
Il monumento collega punti geografici e simbolici precisi e “lo sviluppo rettilineo delle rampe vien fatto interferire con il simbolismo del cerchio, circolare è infatti l'attacco in basso della scalinata, circolare all'estremo opposto la geometria dell'edificio e della terrazza superiori: punto di partenza e punto d'arrivo chiusi entro circonferenze, delimitati come luoghi particolari e sedi del rito.” (Ciucci, 307-308).
L'attacco in basso è risolto dando ai primi gradini la forma di un mezzo cono la cui forma è raccolta sui lati da due muri massicci che proseguono con due ali sui lati. La scalinata, definita ai lati da due filari di cipressi, supera un dislivello di venticinque metri con quattro rampe intervallate da tre pianerottoli.  Alla sommità è posto il volume cilindrico al cui interno si trova la cripta del sacrario e da cui partono le due rampe a emiciclo che raggiungiungono il livello della terrazza panoramica, rivestita da un manto erboso e chiusa da un'esedra in pietra, traforata da portali ad architrave e ad arco, che rimandano al patrimonio stilistico della scuola del Novecento (Ciucci, 308-309).
Per la decorazione della cripta Terragni incarica Lucio Fontana, che aveva conosciuto alla Galleria Il Milione grazie a Lingeri. Fontana, dopo aver sottoposto allo stesso Terragni alcuni bozzetti preparatori, realizza un pannello rappresentante la Vittoria che soddisfa pienamente l'architetto, tanto che egli scrive a Bardi: «Il primo monumento ai Caduti moderno fatto in Italia è reso prezioso da una Vittoria, altorilievo in bronzo di Lucio Fontana che bene ha interpretato il significato dell'opera architettonica, inquadrando la sua figura in linee severissime e potenti” ( Longatti, 104-105, in Novati, Pezzola, Giuseppe Terragni. Il Monumento ai caduti di Erba Incino, 1928-1932).
L'entusiasmo di Terragni non è però condiviso dai parenti dei caduti e dagli esponenti delle associazioni combattentistiche:  il podestà cede alle pressioni dell'opinione pubblica e nel 1936 la Vittoria verrà rimossa, nottetempo, previa autorizzazione delle sopraintendenzam, e trasportata provvisoriamente in un solaio del municipio, dove rimase per qualche mese prima di scomparire senza lasciare traccia (Longatti, 104-105, in Novati, Pezzola; Zevi, 42).


Scritto redatto sulla base di:
  • CAVADINI, Luigi, Architettura Razionalista nel territorio comasco, Provincia di Como, 2004
  • CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
  • FOSSO, Mario, MANTERO, Enrico, Giuseppe Terragni 1904-1943, Como: Cesare Nani, 1982
  • MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
  • NOVATI, Alberto, PEZZOLA, Aurelio, Il mutevole permanere dell'antico: Giuseppe Terragni e gli architetti del Razionalismo Comasco, con testi di TORRICELLI Angelo et al., cura dei testi e bibliografia MONTORFANO Giancarlo, prefazione di PONTIGGIA Elena, Boves: Araba Fenice, 2012
  • NOVATI, Alberto, PEZZOLA Aurelio (a cura di), Giuseppe Terragni. Il Monumento ai caduti di Erba Incino, 1928-1932, Erba, GWMAX editore, 2015
  • ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980

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