MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO “AL PRINCIPE DI GALLES” – NEGOZIO “JUVENTUS”

Pietro Lingeri

Opera

Luigi Wollisch e il fratello Edoardo, furono i fondatori, nel 1926 a Milano, della Ditta Fratelli Wollisch, noto marchio di fabbrica per cravatte. Sempre nello stesso anno, a Milano, fondarono la Ditta Petronius e prima del 1928 aprirono il Negozio “Al Principe di Galles” in Corso Vittorio Emanuele II 5 a Milano, progettato dall’architetto Pietro Lingeri.
“Nel 1931 riviste e quotidiani pubblicano le immagini del rinnovato negozio di abbigliamento per uomo di Corso Vittorio Emanuele 5, Al Principe di Galles, definito ‘uno dei negozi più eleganti e più fini di tutta Milano’ e apprezzato per il suo ‘stile originalissimo, moderno e personale’ ” (Baglione, Susani, 182; Ciucci, 164). La facciata del negozio, con due vetrine alte e l’ingresso (con vetrine arrotondate atte a sottolineare l’invito ad entrare e che ricordano il negozio Steiner di Adolf Loos), appare essenziale e allo stesso tempo impreziosita dal rivestimento in marmo di botticino. Gli interni del 1930 sono allestiti con mobili a muro, banchi in noce e cristalli scorrevoli, poltrone in legno rivestite di stoffa, una trave “luminosa” che attraversa i locali, pareti color arancio chiaro e pavimenti in linoleum color salmone. Un ascensore collega al piano superiore dove sono posti i camerini di prova e altre vetrine alte e strette, sopra le quali si svolge una fascia vetrata continua che diffonde la luce al neon. In una successiva sistemazione del 1946, sempre realizzata da Lingeri, gli arredi sono modernizzati, tramite l’utilizzo di strutture leggere sostenute da montanti metallici (Baglione, Susani, 182).
Anche il Negozio “Juventus” venne commissionato a Lingeri (ormai noto progettista di interni) da Wollisch, e aprì a Milano, in Piazza Duomo 20, nel 1936-1937-1943-1944-1954-1955, nel palazzo dell’orologio di proprietà della Fabbrica del Duomo, nell’angolo rivolto verso corso Vittorio Emanuele, dietro l’abside del Duomo. “Sulla rivista ‘Il vetro’ è illustrata in termini entusiastici la prima ingegnosa soluzione: ‘Una galleria aperta all’esterno, che viene a moltiplicare lo spazio disponibile per le vetrine di mostra e permette la sosta e l’osservazione degli oggetti anche in caso di cattivo tempo’ (Il Vetro 1940); un ‘antinegozio’ con vetrine aperto sulla piazza occupava, infatti, la maggior parte del piano terreno, mentre l’area di vendita si sviluppava principalmente al livello superiore (ammezzato), collegato da un elegante ascensore vetrato. Poche le informazioni intorno al secondo intervento di Lingeri, a seguito dei bombardamenti sulla città, intervento sicuramente precedente il 1947 […] La maggior parte dei disegni […] documenta in modo puntuale la terza e ultima sistemazione. […] Lingeri studia la nuova sistemazione, adattando i mobili esistenti e progettando nuovi arredi, in legno e vetro, interessanti per i ‘ripiani smontabili’ e le ‘separazioni flessibili’, che assicurano la massima flessibilità” (Baglione, Susani, 242).
“Il percorso compiuto dagli architetti del razionalismo italiano può poi trovare un’esemplificazione nell’opera di Pietro Lingeri, che di spazi commerciali si occupa con continuità e in modo non marginale lungo tutto l’arco della sua attività. Intorno al 1930 l’impronta è, in estrema sintesi, quella di un novecentismo connotato da sofisticazioni Déco che, mentre è in via di superamento il retaggio della sua formazione accademica, vanno di pari passo ad una decisa semplificazione linguistica, come si può cogliere dal confronto fra la prospettiva di progetto e la veduta d’epoca del fronte su strada del negozio di abbigliamento “Al Principe di Galles”. Negli anni successivi emerge invece un’idea di modernità che prende le distanze da un generico modernismo e che si può, ad esempio, osservare nel negozio di abbigliamento per bambini “Juventus” o, ancor di più, nei progetti per il negozio di pelletteria “PAM” a Genova che Lingeri redige, in due distinti momenti, nel 1939 e nel 1946-48. In questi progetti, che hanno palesi affinità con quelli di Franco Albini del primo dopoguerra, si coglie appieno quella “scoperta” della leggerezza che tanto Lingeri quanto Albini sperimentano negli allestimenti espositivi degli anni Trenta e che traspongono anche nel progetto di negozi” (www.materialdesign.it).

Scritto redatto sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
https://www.geni.com/people/Luigi-Wollisch/6000000018934119485 ? https://www.materialdesign.it/it/post-it-journal/cultura-del-progetto-e-spazi-commerciali-nell-eta-del-moderno-1900/1940_13_558.htm

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