MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

NUOVA SEDE DEGLI UFFICI DELLA FINANZIARIA “LA CENTRALE” E ARREDAMENTI

Pietro Lingeri (con P.G. Bosisio, U. Busca, G. Casalis e C. Maltini)

Opera

“Ogni contesto storico, ogni luogo, ha generato una serie di edifici, una serie di interpretazioni della città; e ciò è avvenuto sia attraverso le grandi e più famose esperienze che attraverso le meno note ma in entrambi i casi perseguendo un’idea di coerenza ideologica e formale. Per questa ragione possiamo dire che vi sono edifici singolari ed edifici coerenti; i primi, propriamente, sono quelli che lasciano una traccia fin dalla loro prima costituzione; i secondi, seppur meno importanti ma altrettanto significativi, sono quelli che condensano un’intera esperienza o addirittura molte. Gli edifici singolari possono essere anche coerenti; quelli coerenti anche se non sempre singolari contengono in se stessi il prezioso germe della continuità. In tal senso l’edificio di piazzetta Bossi è un edificio coerente; è un edificio maturo, ovvero della maturità di Pietro Lingeri, in cui si riconosce la coerenza della sua esperienza architettonica nel perseguire un’idea di ricerca formale, tipologica e costruttiva. Quindi il classicismo che abbiamo visto nei primi lavori, il razionalismo nella sua matrice feconda di ricerca e di forme nuove, è sicuramente il metodo progettuale che, seppure empirico, è quello che ci interessa ci più” (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 95).
L’edificio sede degli uffici della finanziaria “La Centrale”, progettato da Lingeri in collaborazione e realizzato tra la fine degli anni ’50 e l’inizio anni ’60, opera matura dell’architetto, si colloca a cavallo della nascita dell’International Style e della progressiva smaterializzazione del Movimento Moderno (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 95; Baglione, Susani, 344).
L’edificio, sede di rappresentanza di una società, sostituisce un edificio eclettico preesistente, nei pressi del Teatro alla Scala all’interno del tessuto storico milanese, e tenta di ricreare la soluzione di continuità e la ridefinizione dell’angolo dell’edificio demolito.
Il tema dell’edificio per uffici è definito e precisato dalle gerarchie tra le parti e le diverse funzioni. “[…] da questi primi studi, prende corpo sempre di più un’idea di scomposizione per parti ed una ricucitura dell’isolato affidata al carattere di parti funzionalmente precisate e di blocchi autonomi, oltre ad un sostanziale riadeguamento della facciata prospettante su piazza Bossi in modo da risolvere con un affaccio privilegiato la forma particolare della corte di primo ingresso. L’edificio di piazzetta Bossi è composto essenzialmente da quattro parti: le due laterali, simmetriche tra loro, sono due ali di uffici comuni alle quali è affidato il dialogo con il lotto ottocentesco tramite l’allineamento con il filo di gronda dell’isolato esistente. La parte centrale è un edificio a blocco, oserei dire un edificio a torre come dimostra l’analisi delle varie piante; infine, all’interno della proprietà, trova posto un’aula congressi per 250 persone adibita alle assemblee ed alle esposizioni temporanee. Il modello di studio dell’edificio rappresenta molto bene non solo le forme ma anche le intenzioni del progetto che tramite una forte tripartitura dell’edificio adattano lo stesso alla costituzione dell’isolato e stabiliscono la sostanziale indipendenza del corpo di fabbrica centrale. Quest’ultimo è arretrato rispetto il filo stradale non solo per fini aulici ma anche per una migliore aereazione ed illuminazione oltre che per un migliore sfruttamento della volumetria. Analizzando la pianta del piano rialzato si nota proprio questa indipendenza molto forte dei singoli corpi di fabbrica. […] Sempre analizzando le piante del piano rialzato si nota come i corpi scala dichiarino l’indipendenza delle parti […]” (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 98-99).
L’edificio è composto da tipi semplici (in linea e a torre) e la sua complessità è data dalle reciproche relazioni tra le parti, in particolare quelle strutturali, che Lingeri mette in evidenza e dallo studio di ” (…) soluzioni tipologiche già sperimentate, come nel caso della sala delle assemblee per 250 persone, situata sul fronte posteriore dell’edificio, in posizione eccentrica rispetto alla costruzione simmetrica del fronte su piazzetta Bossi e isolata lateralmente da un cortile coperto. Per questa sala, Lingeri studia diverse soluzioni del sistema strutturale di copertura, sino a quella prescelta, di forma parabolica” (Baglione, Susani, 344).
“L’organismo strutturale, la cui configurazione modulare è entrata nella prassi corrente del progetto, informa tout court l’involucro esterno. A ragione, a proposito dell’architettura milanese del secondo dopoguerra, l’edificio di Lingeri è stato recentemente citato tra gli e-sempi di una diffusione del ‘reticolo tridimensionale’ razionalista come strumento progettuale a valenza sempre più formale e normativa” (Baglione, Susani, 345).
L’attenzione al decoro civile degli edifici, elemento che caratterizza l’opera di Lingeri, si riscontra anche nella sede de “La Centrale”, ad esempio nell’uso del pilastro che l’architetto utilizza per conferire monumentalità all’edificio nell’affaccio su piazzetta Bossi (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 100).
Per quanto riguarda gli interni, come in molte altre sue opere, Lingeri si occupa anche dell’arredamento degli uffici e disegna alcuni mobili.
Nel 1956, il medesimo committente affida a Lingeri e Franco Longoni la realizzazione di un sopralzo in via Boito al civico 1.
“Lingeri si cimenta in questa occasione con un saggio importante di raccordo tra l’esistente e un linguaggio architettonico che vuole essere al tempo stesso attuale e in sintonia con la tradizione. I disegni realizzati tra maggio e giugno del 1962 documentano la sua ricerca, dal semplice sopralzo, che rielabora il ritmo delle finestre della facciata sottostante, sino allo sviluppo di un nuovo prospetto, impostato sull’affaccio originario del piano terreno o interamente ridisegnato. Già all’epoca del primo progetto per la sede della società finanziaria gli studi di sistemazione in pianta (scala 1:100) di un edificio indicato come ‘proprietà Amman’, in via Boito, o lo schema planimetrico di lottizzazione sulla via Bossi, con l’apertura prevista di una via privata, attestano un’azione progettuale rivolta all’intero comparto urbano in questione” visibile anche nel complesso de “La Centrale” (Baglione, Susani, 345).
L’idea della ‘continuità’ tra nuovo e città preesistente, per Lingeri deve emergere da un ragionamento che integri i temi funzionali, formali, costruttivi nella consapevolezza di un rapporto rinnovato del presente con la storia. In questo contesto si comprende meglio l’impegno singolare che Lingeri, a conclusione della sua carriera, dedica all’elaborazione di questo progetto e di quello per la sede degli uffici De Angeli Frua in via Paleocapa (Baglione, Susani, 345).

Scritto redatto sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera: atti della Giornata di studio: Triennale di Milano, lunedì 28 novembre 1994, Milano: Arti grafiche G.M.C., 2005

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