MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

RISTRUTTURAZIONE E NEGOZI DELL'”ALBERGO MANIN” E ARREDI

Pietro Lingeri

Opera

” ‘Il miglior rifacimento eseguito in Italia è l’albergo Manin di Milano, dovuto alla genialità dell’architetto Lingeri: meglio non si poteva fare’. Con queste parole Ernesto Nathan Rogers (Rogers 1938, p. 74) illustra l’intervento di ristrutturazione del vecchio Manin, storico albergo di Milano” (Baglione, Susani, 185).
La ristrutturazione della facciata dell’albergo Manin, venne commissionata a Lingeri dal cavalier Colombo nel 1928 sulla scia dei rinnovamenti intervenuti a Milano, per adeguarsi alle nuove tendenze del moderno.
L’edificio rappresenta, come definito nella pubblicazione di Baglioni e Susani, una “soluzione esemplare”, che riesce a coniugare sia gli aspetti estetici dell’intervento sia quelli economici, confrontandosi con una serie di vincoli, quali la conservazione della struttura esistente, l’aggiornamento della facciata in termini moderni, il budget a disposizione e la necessità di non interrompere il regolare servizio offerto dall’albergo ai suoi clienti.
La struttura “risultava inadeguata quanto a comfort e servizi. L’albergo occupava i civici 7 e 9 dell’omonima via, due fabbricati adiacenti e disomogenei, con differente altezza complessiva e dislivelli tra piani e aperture. Lingeri progetta il sopralzo di uno dei corpi, ricavandone le camere e i servizi per il personale, uniforma la facciata e ridefinisce la distribuzione interna ai diversi piani. Molto apprezzato e documentato, fin dall’epoca della sua realizzazione, il disegno del nuovo fronte su via Manin: le due facciate diventano simmetriche rispetto a uno spigolo centrale che consente a Lingeri di ‘correggere’ la risega di 25 centimetri in pianta. La parte centrale, rivestita in botticino, ospita una serie di balconate, separate da ‘paratie’ di cristallo con telai in ferro verde oliva; ‘attorno a questo semplice motivo centrale… si riquadra tutta la facciata’ (Hotel Manin 1934, p. 44), rivestita in beola, con serramenti grigio chiarissimo. Un rigoroso ‘senso di misura’ assicura al Manin quella ‘nobiltà moderna che il vecchio volto centenario dell’edificio non lasciava nemmeno immaginare’ (Rogers 1938, p. 74) e che si poteva apprezzare anche negli interni” (Baglione, Susani, 185-186).
Lingeri si occupa anche degli spazi interni con una generale risistemazione dei percorsi, dividendo le zone del personale da quelle riservate alla clientela e ricavando dei nuovi spazi per i servizi e il soggiorno; la hall viene coperta con un moderno lucernario piano e la sala ristorante si amplia con un nuovo corpo edilizio poligonale aggiunto alla costruzione esistente sul fronte verso il giardino. “Pareti e soffitti dipinti di arancione o rosso-arancione fanno da cornice a vetrine, specchi e travi luminose legate da metallo cromato e si intonano con poltrone in noce massiccio foderate di velluto giallo-grigio e marrone, tavolini e mensole in radica” (Baglione, Susani, 186).
Purtroppo l’intervento di Lingeri verrà distrutto dai bombardamenti aerei del 1943 e l’hotel ricostruito cinque anni più tardi.

Scritto redatto interamente sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004

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