Opera
Il progetto di interni realizzato al Salone Mantovani nel 1929, negozio di parrucchiere per signore, approfondisce la ricerca iniziata all’interno del Novocomum per la realizzazione di arredi del tutto anti – accademici (Zevi, 46), con angoli arrotondati che sottolineano la fluidità dell’ambiente e la continuità delle superfici (Marcianò, 45).
Terragni descrive gli arredi da lui realizzati all’interno di un spazio preesistente di forma irregolare: “box in noce lucido, smontabili, con parti scorrevoli sospese su cuscinetti a sfera; vetrina in radica di noce, con cristalli scorrevoli e luce diffusa dall’alto; rivestimento delle pareti in bourette di seta beige; pavimento in linoleum striato azzurro; illuminazione della sala, e dei gabinetti” (camerini che garantivano la privacy delle signore), con “quattro cassette luminose, legate nel ritmo degli scomparti lignei; manettoni delle porte, ecc. in ottone cromato” (Fosso, Mantero, 86; Zevi, 46).
“La scelta dei materiali più idonei, dei colori e dell’illuminazione […] costituiscono i parametri di base di Terragni designer: far partecipare, cioè, gli oggetti dell’estensività degli spazi. Per Persico” sulla rivista La Casa Bella (la quale presentava le nuove botteghe rinnovate all’interno delle città) “un ‘segno della conquista lenta, ma inevitabile […] del gusto nuovo’ ed un ‘rigore formale felicemente raggiunto nella bottega comasca'” (Marcianò, 45; Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 342).
Tutto l’arredo e la sistemazione del negozio si attenevano ad un’idea di flessibilità e di possibile trasformazione futura, quasi a rappresentare un’esposizione più che l’ipotesi di un arredo fisso, che Ciucci cerca di smentire: “Si evidenzia la ricerca di soluzioni che siano agili, economiche ed efficaci che attengono al tema dell’allestimento, pensato tuttavia non per ideali ambienti di esposizione, bensì per le concrete esigenze di una “bottega” elegante, seppure non esclusiva” (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 343).
“All’interno dei camerini risulta interessante il disegno della poltroncina imbottita a schienale pieno e ricurvo e, soprattutto, del mobile specchiera con base concava di lisci pannelli di noce tenuti a perfetto filo di battuta. Sopra lo specchio “sporge” a squadra il cilindro luminoso retto da un tubolare di ottone cromato in stretto accordo, anche dimensionale, con i maniglioni delle porte scorrevoli. Dettagli minuti e di “intenso rigore”, da cui emerge una non gratuita ricerca di coerenza, pur nella varietà degli accordi tra linee curve e rette, tra materiali e colori” (Ciucci, Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, 343).
Scritto redatto sulla base di:
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
FOSSO, Mario, MANTERO, Enrico, Giuseppe Terragni 1904-1943, Como: Cesare Nani, 1982
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980