MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

SEDE “DELL’ASSOCIAZIONE MOTONAUTICA ITALIANA LARIO” A.M.I.L.A. A TREMEZZO

Pietro Lingeri

Opera

La Sede dell’Associazione Motonautica Italiana Lario, o A.M.I.L.A., una delle opere più famose di Lingeri, venne realizzata a Tremezzo, sulla sponda occidentale del torrente Bolvedro, tra il 1927 e il 1931, per l’Associazione che a partire dagli anni Venti promuoveva le manifestazioni sportive sul lago e necessitava di una sede stabile, anche a seguito del crescente turismo che richiedeva punti di rimessa e assistenza tecnica per le imbarcazioni a motore (Baglione, Susani, 168; Novati, Pezzola, 61).
Il progetto rappresenta un passaggio fondamentale nell’opera dell’architetto Lingeri che, abbandonando gli stilemi dell’architettura tardo eclettica, sostiene in quest’opera i principi della nuova corrente razionalista italiana (Novati, Pezzola, Catalogo Mostra).
Secondo Kenneth Frampton l’opera rappresenta “la prima ingenua risposta” all’influenza che Le Corbusier e il suo scritto Vers une Architecture del 1923 ebbero sugli architetti italiani (Cavadini, 34).
L’impianto della sede, che allude probabilmente ad una costruzione navale, si caratterizza a monte per il corpo avanzato chiuso a semicerchio, quasi una torre, e a lago per la sporgenza semicircolare rispetto al parallelepipedo. Questi elementi corrispondono ai due nuclei funzionali contrapposti, da una parte le scale e dall’altra il blocco costituito da terrazzo, portico e officina nautica. Il prospetto laterale è percorso da un ballatoio continuo che definisce la quote, mentre sulla parte semicircolare di testa è posta la scala che ne segue l’andamento e scende verso la spiaggia. Tre percorsi uniscono i diversi livelli e connettono al lago: uno, all’aperto, collega via Regina con il lago attraverso il corpo delle scale, tramite il piano interrato e con un percorso esterno a sbalzo sul lato del torrente che arriva alla terrazza; un secondo percorso, partendo dalla terrazza, scende verso il lago tramite una scala tortile; un terzo è costituito dal percorso meccanico utilizzato per la manutenzione delle imbarcazioni.
La terrazza posta a copertura, sporgente oltre il parallelepipedo, veniva utilizzata come postazione di comando delle gare e come tribuna per gli spettatori. Sulla riva del lago sono posizionati il trampolino per i tuffi e la rotaia metallica per il recupero delle barche motorizzate, che entra nell’officina in diagonale per diminuire la pendenza del percorso e per ridurre lo spazio necessario al ricovero del mezzo meccanico, in un’ottica di ottimizzazione dello spazio (Cavadini, 34; Novati, Pezzola, Catalogo Mostra; Novati, Pezzola, 61-62).
Il forte dislivello altimetrico del lotto crea l’occasione per articolare gli spazi dell’edificio su due livelli: il livello inferiore, in parte interrato, è in stretto rapporto con il lago e l’attività motonautica, mentre quello superiore è in relazione con l’ingresso dalla strada e vi trovano spazio i locali luogo di rappresentanza dell’Associazione (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 39; Baglione, Susani, 168).
Lingeri dedica particolare attenzione all”elemento cromatico che vuole restituire l’idea di un edificio – piroscafo: il bianco vivo viene utilizzato per l’intonaco esterno, il blu chiaro per le sporgenze e gli spessori, il blu scuro per i serramenti e i parapetti in ferro, l’arancione per i serramenti in legno e le griglie avvolgibili, l’arancione chiaro e il grigio – azzurro per gli interni. Oggi, nonostante l’edificio si trovi ancora in buono stato, non è più possibile osservare i colori originari (Cavadini, 34-35; Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 41; Baglione, Susani, 170).
Lingeri, su richiesta dell’Associazione, si occupò anche dell’arredamento interno. Predispose un sistema di arredi fissi e mobili dalle linee sobrie ed eleganti e riprese i colori utilizzati all’esterno, utilizzando toni arancio chiaro e grigio – azzurro. Il pavimento in graniglia, con disegno a strisce bianche e nere in senso longitudinale agli spazi, è steso omogeneamente in tutti gli spazi e costituisce l’elemento di continuità e raccordo tra i diversi locali (Baglione, Susani, 170; Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 41). “L’uso funzionalmente integrato tra le varie parti, anche profondamente diverse, è ottenuto attraverso un processo di razionalizzazione e sincronizzazione del meccanismo distributivo: sarà una delle costanti del processo di produzione dell’architettura razionalista comasca” (Novati, Pezzola, 62).
A distanza di pochi anni dall’inaugurazione del 1931, l’Associazione, a causa di problemi economici, verrà sciolta; l’edificio successivamente sarà abitato dal campione di canottaggio Sandro De Col e nel 1947 trasformato dallo stesso Lingeri in villa privata. Al livello inferiore, venne mantenuta l’attività nautica, “chiave di una ‘reinvenzione tipologica’ che ha salvato l’edificio” (Baglione, Susani, 170). Recentemente sono stati adeguati gli impianti tecnici dell’edificio e si è provveduto alla rimozione delle superfetazioni e alla ripulitura delle finiture esterne che ha restituito, anche a livello cromatico, l’immagine originale dell’opera.

Scritto redatto sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
CAVADINI, Luigi, Architettura Razionalista nel territorio comasco, Provincia di Como, 2004
NOVATI, Alberto, PEZZOLA, Aurelio, Il mutevole permanere dell’antico: Giuseppe Terragni e gli architetti del Razionalismo Comasco, con testi di TORRICELLI Angelo et al., cura dei testi e biblio-grafia MONTORFANO Giancarlo, prefazione di PONTIGGIA Elena, Boves: Araba Fenice, 2012
NOVATI Alberto, PEZZOLA Aurelio, Como 1920-1940: paesaggi della città razionalista: Giuseppe Terragni e i razionalisti comaschi, foto di COLOSIO Giovanni, Rudiano: GAM Editrice, 2014 – Testo anche in inglese – Pubblicato in occasione della mostra 6 settembre-28 settembre 2014, Como
Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera: atti della Giornata di studio: Triennale di Milano, lunedì 28 novembre 1994, Milano: Arti grafiche G.M.C., 2005

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