MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

SISTEMAZIONE DELLA VILLA DEL PROF. ROBERTO MEIER A TREMEZZO E ARREDI – 1924

Pietro Lingeri

Opera

All’inizio degli anni ’20 il professor Meier affida a Lingeri il progetto di restauro di una villa ottocentesca, inserita in un complesso costituito da un parco e diversi edifici, l’ex proprietà Riva, acquistata dal commerciante di cotone zurighese Meier, come casa di villeggiatura (villa Ortensia, poi rinominata la Mainona).
La villa in stile neoclassico, costruita nel 1850, occupata militarmente e danneggiata a causa di un incendio nel 1919, è posta all’interno di un parco romantico ricco di episodi architettonici quali vialetti, fontane, e altri elementi che Lingeri cerca di accordare tra loro. Pur mancando dei documenti che accertino lo stato di fatto della villa al momento dell’intervento di Lingeri, sappiamo che l’architetto ha realizzato la copertura a padiglione al posto dell’originaria terrazza coronata da balaustra, e la sistemazione dei percorsi verticali all’interno della villa, sia principali, la scala imperiale, sia secondari, la nuova scala a chiocciola a tre rampe, in marmo bianco e ringhiera in ferro.
Sia la copertura che la scala a chiocciola modificano in parte la facciata della villa con un avancorpo appena accennato e con l’inserimento di una torretta cilindrica.
Insieme al fratello, Lingeri realizza alcune sistemazioni e decorazioni interne ancora oggi visibili nonostante i cambiamenti d’uso avvenuti nel tempo (Baglione, Susani, 150).
“Un ricorso al principio classico [fu] adottato da Lingeri anche per la sistemazione dell’originaria rimessa delle carrozze ed automobili, trasformata in casa del custode. Sopralzata di un piano, alla facciata simmetrica della villa fu anteposto un portico su arcate, con soprastante balconata collegata da due scale a doppia rampa. A tale impostazione classica Lingeri si ispirò anche nel progetto della serra, oggi alquanto alterata, elaborato in due versioni dal medesimo impianto e definite secondo una regola di simmetria. Per la tribuna che, a guisa di quinta monumentale, conclude a monte il limite del vasto parco, sono conservate numerose versioni del progetto, ultimato nel marzo 1929. Fulcro dell’impianto scenografico è un ninfeo centrale con nicchione absidato, ai cui fianchi è l’elaborato ordine gigante di colonne binate incassate, di tondi, lunette e riquadri leggermente sfondati. Sull’asse di simmetria sono impostate due cordonate attraverso le quali è organizzata la salita all’attico, al cui centro è aperta una cavea. Con una composizione ad esedra di piccoli setti murari, colonne doriche ed arcatelle è definito il raccordo della cavea con i due pergolati che si sviluppano ai lati, ai cui estremi vi sono un belvedere, ad ovest, ed un manufatto rustico ad est. Altri manufatti architettonici con funzione accessoria – come l’elegante canile a padiglione circolare o ancora, il ‘piccolo pulvinare per tennis’, risolto con una sola falda a leggero spiovente – e complementare, come la cortina architettonica attestata sul retro della casa parrocchiale, di fronte a villa Meier, sono inseriti con appropriato rapporto nel vasto parco, collegato con la porzione a lago mediante un ponte che anticipa un monumentale apparato di scale e parapetti, scenograficamente digradante sino allo sbarco ad emiciclo” (Baglione, Susani, 152, 154; lombardiabeniculturali.it).
Al restauro dell’intero complesso si affianca il progetto di nuovi spazi dedicati allo sport e alla ricreazione, che vengono inseriti nel complesso utilizzando antiche matrici architettoniche, nel solco di una composizione architettonica classica (Novati, Pezzola, 59).
Guya Bertelli afferma: “Per quanto banale e riduttiva possa sembrare questa schematizzazione, le due opere sembrano infatti mettere in luce [intendendo paragonare Villa Meier e Villa Silvestri], nel rapporto tra avanguardia e tradizione, l’essenza di un dibattito culturale che proprio in quegli anni trova il suo apice” (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 46).
E ancora: “Il progetto comprende tre fasi parallele e interferenti: la ristrutturazione delle tre ville già esistenti, disposte secondo una sorta di triangolazione su una vasta porzione di territorio prospiciente il lago; la costruzione ex novo del campo da tennis, del ‘muro scenografico’ di delimitazione e del piccolo chiosco d’entrata, per le decorazioni del quale si avvale della preziosa collaborazione del pittore De Amicis; infine l’intero sistema del parco, comprendente la serra, la sistemazione degli spazi a verde e l’insieme dei tracciati di correlazione tra gli stessi. La progettazione dell’ambiente esterno e degli spazi aperti è in questo caso molto importante, inscindibile dalla progettazione del costruito; l’intero complesso viene infatti disegnato e pensato in un’unica ed omogenea composizione, in cui la geometria e le regole spaziale degli elementi artificiali si pongono in rapporto dialettico e conteso con la geometria più liberta degli elementi naturali, esplicitamente riferiti alle forme organiche del giardino all’italiana” (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 47-48).

Scritto redatto sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
NOVATI, Alberto, PEZZOLA, Aurelio, Il mutevole permanere dell’antico: Giuseppe Terragni e gli architetti del Razionalismo Comasco, con testi di TORRICELLI Angelo et al., cura dei testi e biblio-grafia MONTORFANO Giancarlo, prefazione di PONTIGGIA Elena, Boves: Araba Fenice, 2012
Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera: atti della Giornata di studio: Triennale di Milano, lunedì 28 novembre 1994, Milano: Arti grafiche G.M.C., 2005
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00010/

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