MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO

VILLA PER L’ING. SILVESTRI

Pietro Lingeri

Opera

La Villa per l’Ing. Carlo Silvestri, situata sulle rive del lago di Como come Villa Meier, venne realizzata da Lingeri tra il 1929 e il 1930 sulle fondamenta di un cantiere nautico preesistente di cui venne mantenuta la darsena (www.lombardiabeniculturali.it; Baglione, Susani, 174).
A distanza di pochi anni dalla realizzazione di Villa Meier, “la villa Silvestri opera un salto concettuale e operativo di grande rilievo, non solo superando nel linguaggio gli ultimi echi novecentisti, ma presentandosi del tutto obbediente al nuovo messaggio dettato dalle regole del moderno. Il dissidio precedentemente colto fra le forme classicheggianti e forme geometriche pure [di villa Meier], tra ‘ragione’ e ‘tradizione’, si dissolve in questa architettura nell’adozione confermata di un linguaggio geometrico, astratto, razionale” (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 49; Baglione, Susani, 174).
“Riutilizzando le fondazioni in pietra a vista di un vecchio cantiere nautico e conservandone la darsena, Lingeri, dovendo isolare la villa dalle pubbliche strade e desiderando affacciare sul lago gli ‘ambienti destinati alla contemplazione’ e il giardino, addossa alla strada il corpo del garage e della serra, assieme ai servizi, lungo il muro di recinzione a monte e a lato dell’ingresso. Provvisto di tetti in tegole a una falda, il ‘villino’ tradizionale si protende verso il lago con un bow-window e un terrazzo, nel caos generato dall’assemblarsi irregolare dei volumi e dal casuale disporsi degli elementi del giardino, tra i quali una improvvisata fontana circolare” (Baglione, Susani, 174).
Cavadini descrive l’edificio come l’elemento che si inserisce nel lotto quasi a rappresentare un ponte – collegamento tra due elementi naturali, la montagna e il lago, tramite due corpi a forma di parallelepipedo, uno affacciato verso il lago e uno retrostante a monte; il corpo a monte si differenzia dal primo per la sua sporgenza in altezza, a livello della prima terrazza, sulla quale si innesta un volume che dà accesso alla seconda terrazza in copertura. Anche in questo progetto Lingeri inserisce un rimando classico sul prospetto verso il lago, a sottolineare il rapporto con la tradizione, costituito da un loggiato aperto al primo piano e chiuso al piano terra (Cavadini, 38).
“Le descrizioni pubblicate sulle riviste illustrano la suddivisione verticale in livelli funzionali: al piano terreno la zona giorno, con ingresso, cucina, bagno, uno studio con finestra d’angolo, il soggiorno-pranzo con ampia veranda aperta su un terrazzo che disimpegna tutta la fronte e il fianco; al superiore quattro camere, due bagni e la camera padronale con loggia che domina tutto il centro del lago; all’ultimo i locali guardaroba e l’essiccatoio per la biancheria, la stireria e tutti gli accessori degli impianti sanitari e di riscaldamento” (Baglione, Susani, 174).
“Ancora dovuti allo stesso Lingeri l’apparato cromatico dell’originario progetto e l’allestimento degli arredi, in parte anche integrati con le murature. I colori delle pareti interne sono accostati con sicura padronanza degli effetti: rosa salmone, arancio pallido, giallo chiaro e grigio-azzurro. Gli arredi abbinano le tinte scure del legno a tessuti colorati. Coerentemente con i principi adottati, anche le finiture esterne hanno colorazioni ‘studiate’, con toni più scuri a sottolineare gli sfondati, gli aggetti e le terrazze e colori rosso vermiglio per serramenti, balaustre e parapetti metallici” (www.lombardiabeniculturali.it). Osservando la Villa dal lago appare evidente il contrasto cromatico dell’edificio, intonacato e di color bianco vivo, e la scala, con il relativo parapetto, che scende al lago con il muro di sostegno che prosegue verso la darsena, in pietra di Moltrasio a vista (Cavadini, 38).
“L’astrazione geometrica quasi ‘purista’ del linguaggio compositivo contribuisce inoltre a restituire alla villa una chiarezza tipologica di eco lecorbuseriana ed una identità formale specifica riscontrabile sia nella distribuzione degli spazi interni sia nel linguaggio compositivo dei fronti misurati dalle aperture che modulano anche sul fianco l’intera superficie dell’edificio. La semplice tensione tra i volumi e la loro forza espressiva giocano infatti un ruolo rilevante non solo all’esterno, ma anche nella precisazione della distribuzione tipologica degli spazi interni e di quelli ‘di mediazione’, quali la veranda al piano terreno o il terrazzo al piano superiore, oggi chiuso da vetrate ed incorporato all’interno del volume della villa. […] l’essenzialità della forma, l’attento uso dei materiali, l’interesse per le tecniche costruttive o per i riferimenti cromatici hanno infatti permesso la realizzazione di un’architettura che esprimesse l’innovazione progettuale dettata dall’adesione ormai certa alle nuove regole del razionalismo. se nella villa Meier dunque traspirava solo un accento di razionalità sottesa ad un classicismo calibrato ma ancora formalmente presente, in questo caso il linguaggio moderno, scarno ed essenziale, sembra finalmente avere il sopravvento e segna l’avvio di quella lunga battaglia culturale intesa come condotta morale e intransigente che Lingeri non abbandonerà sino agli ultimi lavori” (Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera, 50,57).
Villa Silvestri, nel corso del tempo ha subito modifiche che ne hanno parzialmente cambiato l’aspetto verso il lago, percepibili nella sovrapposizione alle terrazze di falde a spiovente (Cavadini, 38).

Scritto redatto sulla base di:

BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004
CAVADINI, Luigi, Architettura Razionalista nel territorio comasco, Provincia di Como, 2004
Pietro Lingeri, 1894-1968: la figura e l’opera: atti della Giornata di studio: Triennale di Milano, lunedì 28 novembre 1994, Milano: Arti grafiche G.M.C., 2005
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00003/

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