Opera
Per l’avvocato Rino Valdameri, Presidente dell’Accademia di Brera a Milano, già committente di Lingeri per la nuova sede dell’Accademia e per il Danteum a Roma, Pietro Lingeri progettò una villa sul promontorio di Portofino.
Si tratta di una “casetta a mare”, una sorta di dépendance da erigersi su uno dei terrazzamenti del parco della villa. Anche Terragni, Figini e Pollini conservano nei loro archivi alcuni studi della villa a Portofino, probabilmente realizzati grazie ai contatti degli architetti con Valdameri.
“Il compenso di lire 5000 è diviso per quattro e non per due come nel caso degli altri progetti. Si può ipotizzare che la richiesta di studiare la villa fosse stata estesa da Valdameri ai quattro architetti che stavano lavorando al progetto di Brera, ma, date le difficoltà di rapporti tra Terragni, Figini e Pollini, il progetto si sia sviluppato da ciascuno indipendentemente dal lavoro degli altri” (Baglione, Susani, 268).
Comparando le soluzioni di Terragni con quelle di Lingeri sembra comunque che la base di partenza della progettazione fosse la stessa, soprattutto per quanto riguarda la planimetria: “Ma se negli schizzi di Terragni domina il complesso intersecarsi di rettangoli in pianta e in sezione tipico del suo modo di progettare, la proposta di Lingeri, più attenta alle condizioni reali del sito e alla fattibilità, si caratterizza per la semplicità e la chiarezza dell’impostazione” (Baglione, Susani, 268).
La villa proposta da Lingeri fa sicuramente riferimento a Villa Leoni realizzata a Ospedaletto di Ossuccio e al secondo progetto per le case dell’Isola Comacina degli stessi anni.
“Del progetto di villa a Portofino esistono due versioni: una con tetto a falda inclinata verso il mare, con camere al piano terreno e terrazza a pergolato al livello superiore; un’altra con tetto piano, camere al primo e portico al piano terreno. In quest’ultima, la parete che separa la scala dal salone a doppia altezza, affrescata alla ‘maniera di De Chirico’, è in sintonia con gli interessi artistici di Valdameri, raffinato collezionista d’arte. In questa soluzione, probabilmente prescelta per la realizzazione, sembra in gioco anche una questione ‘paesaggistica’: si tratta infatti di ‘creare sulla fronte uno spazio libero che permette di non alterare dalla visuale del mare l’andamento naturale della roccia e del verde, conferendo alla costruzione maggiore snellezza, rispettando in tal modo i concetti estetici espressi nell’atto dell’approvazione del Consiglio superiore delle arti’. Accompagnato da queste parole, il progetto definitivo, tuttavia mai messo in opera, venne presentato da Lingeri all’ente autonomo del monte di Portofino, dopo aver ottenuto l’autorizzazione del Ministro dell’Educazione nazionale il 12 settembre 1940 […]” (Baglione, Susani, 268).
Scritto redatto interamente sulla base di:
BAGLIONE, C., SUSANI, E. (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, con scritti di Avon Annalisa et. al., Milano: Electa, 2004